mercoledì 16 dicembre 2015

il buio

il buio lotta, vince, sovrasta.
ogni giorno mi sveglio pieno di forze e di speranze
la luce è tornata a trionfare
ma non è reale, è un illusione.
presto svanirà coperta dalle nuvole, da un tetto, o da una nuova notte incombente.
certo, potrò coprirla, nasconderla con luci aritificali, a led, a incandescenza, alogene
l'effetto è simile, per un occhio inesperto.
un occhio che non abbia mai visto la vera luce, che non abbia sognato di poter bagnare le proprie membra sotto un accogliente sole estivo

sognare è come morire.
tutto si spegne e di te non resta niente.
almeno qui

Proiezioni, desideri, utopie.
Dicono che l'utopia muova i passi dell'uomo.
Di sicuro lo conduce verso il baratro, così come la ricerca di un sentimento vano e vagheggiato, ma mai realmente provato

l'amore...
chiamiamo amore il battito del cuore, lo stringersi della pancia, il bisogno di qualcun altro
chiamiamo amore emozioni fuggevoli e fuggenti che presto lasciano il posto a meccanismi, stanchezze, chiusure

soli, ecco come siamo.
solo, ecco cosa sono.
solo e stanco di sognare un altrove, un altrui, un altr-lei che mai troverò, perché mai potrà esistere

illusioni generate da tubi catodici e scrittori in cerca di moneta sonante
illusioni ripetute, perpetuate senza mai avere il tempo di fermarsi e di chiederi: "ehi, ma se fosse tutto falso"?

scorro la mia rubrica su wazz up.
compaiono facce di amici e di amiche.
hanno la mia età.
sono tutti frustrati sentimentalmente
si vede che il simile conosce il suo simile, diceva qualcuno
o forse la realtà è un'altra.
non lo so e non mi importa.

intanto il buio lotta, il buio vince, il buio sovrasta
prima o poi ti prende per sfinitezza
almeno io posso dire di aver giocato la mia partita
l'ho giocata sì
l'ho giocata e l'ho persa

venerdì 8 luglio 2011

L'araba Fenice

Io sono l'araba fenice.
Mi incendio, mi brucio e rinasco dalle mie ceneri

Io sono l'araba fenice.
Mi mettono al rogo, mi bruciano e rinasco dalle mie ceneri

Combatto, non mi arrendo, perdo e mi rialzo.

La vita...
La vita mi accompagna, mi frena, mi spinge, mi abbatte.
Ma mi rialzo, continuo, non mollo.
Io sono l'araba fenice.

A volte mi perdo...
nei vuoti dei perché, nei meandri dello spirito, negli abissi dell'io.

A volte affondo...
Nell'oblio del mio io, nelle secche della coscienza, negli affronti della realtà.
Ma sono l'araba fenice, e rinasco dalle mie ceneri

Eterno flagello,
eterno supplizio,
eterno sublime, immenso dolore...
Il guardare, vedere, sapere
il lottare, amare, cambiare.
e sempre nonostante tutto e ancora ricominciare...

Mi bruciano, mi brucio, ma sempre rinasco...

Coi forse, coi se, coi ma e coi perché

Io sono l'araba fenice

sabato 27 febbraio 2010

Oltre la disperazione!

Oggi mi sono svegliato felice. Ho letto, sentito musica classica, fatto colazione a letto!
Poi, improvvisamente, il dolore mi ha travolto. Come un fulmine a ciel sereno. Autentica e inspiegabile disperazione. Non riuscivo ad uscirne. Ho scritto. Scritto un post tremendo, cupissimo, devastante. Ed eccomi tornato felice. La scrittura è il mio ritratto di Dorian Gray. Ma funziona in modo sano. Espello il dolore tramite la tastiera e il mio cuore torna a cantare.
Ecco il post. Da leggere con cautela!
:-)


DISPERAZIONE
E' disperazione quella che ti attanaglia il cuore quando ti rendi conto di essere un cuore solo disperso in un mondo che non ti appartiene
E' una sensazione terribile, disarmante... comincia con un vuoto al petto e poi dilaga dentro di te come un fiume in piena che ha da molto tempo rotto gli argini
Non sai dove vuole andare, cosa vuole
Ma un fiume vuole poi davvero qualcosa?
O segue forse semplicemente il suo corso? Il nuovo corso dettato dalla potenza dell'acqua accresciuta ogni giorno dalle tue lacrime non piante
Il sole brilla nel cielo gioioso. Lo guardi e lo senti tuo eppure non gli appartiene
Ti ha respinto o forse tu lo hai tradito
Lo lasci la fuori a brillare mentre dentro di te brillano le bombe dei desideri infranti ancor prima di nascere.
E' sgomento, terribile sgomento, scoprire che non sai nemmeno più perché piangi...
sai solo che è giusto che è bello è liberatorio disperarti.
E vaffanculo a chi ti dice che sei vittima.
SEI VITTIMA!
Vittima di un mondo che non ti appartiene e non ti vuole
Vittima dei tuoi stessi difetti., più volte riconosciuti, indicati, ma mai sconfitti
Vittima di una schiera di esseri meravigliosi e molli che mai hanno saputo risvegliarti dal tuo torpore.
Persino l'anima candida, il tuo diamon, la tua guida se n'è andata dopo che forse l'hai tradita, senza però mai comprenderti davvero, nonostante il suo amore puro e infinito
Che stanchezza il conoscere il mondo senza conoscere te stesso
Che brutto avere gli occhi in un mondo di ciechi
Puoi vedere tutto tranne te stesso
e gli unici specchi rimasti riflettono immagini distorte e dolorose
Lontane dalla verità, supponendo che ce ne sia una.
I libri intornoi a te parlando di economia, soldi, ambiente, mondi migliori
Nessuno però ti guida nel vuoto del tuo spirito
Un vuoto costruito da millenni di vacue chiese e da decenni di trionfi vuoti
E' dura esistere consapevolmente
eppure e-sisto
sisto
sisto
sisto
e non so che farci

venerdì 15 gennaio 2010

Mal d'Africa?

Sono tornato da qualche giorno dal Burkina Faso.
Sereno, carico, ottimista.
Oggi pian piano sono affondato.
Mi manca l'Africa?
Onestamente non credo.
Non vorrei ripartire subito.
Ho vissuto esperienze intensissime, stupende, ma anche molto faticose e adesso voglio riposare.
Eppure affondo.
Il fatto è che non vorrei essere in Africa, ma nemmeno qui.
Principalmente non mi importa di dove ma di come e cosa.
Cosa vorrei essere? Come vorrei essere?
Sono?
Ogni tanto si spalanca il vuoto, come l'enorme bocca di una balena.
la vedo sotto di me, immensa, nera, inquietante, seducente
Io sono su quel bastoncino che gli tiene forzatamente la bocca aperta.
Un bastoncino che rischia di spezzarsi, ma che a stento resiste.
Non voglio viverci sopra
Voglio saltar via dal bastoncino, ma senza sprofondare nella pancia della balena
Mi guardo intorno, e trovo l'asfalto dei palazzi e quello che ricopre le vie del mio cuore.
Sentieri ardui, aspri, spaventevoli.
Immerso nelle mie riflessioni, sono schernito dalla luna.
Ma per fortuna il sonno inquieto presto svanisce e la luce torna a trionfare.

giovedì 14 gennaio 2010

Pillole di Burkina

Viaggio stupendo, nel paese dei contrasti e delle contraddizioni.
tutto è contrastato
i colori, le persone, le culture.
la vita e la morte
la gioia e il dolore
la fame e la sete
l'ovest e il nord
il freddo e il caldo
i bianchi e i neri
un paese dalle tinte forti che ti travolge nel sangue dei polli e nelle danze dei bambini
nei tamburi, nella sabbia, nelle stellate che ti cadono addosso
nella compassione e nell'individia verso un popolo a cui manca tutto e che a volte ti fa sentire che sei tu a non aver nulla
Quelle risate, quella calma, qui sorrisi; Paul, le donne, i bambini.
gioia gioia gioia
e poi... sporcizia, bambini nudi e malati, città invivibili, inquinamento, "sportine ovunque".
dolore dolore dolore
Un viaggio senza pause ma in qualche modo un'unica grande pausa.
poi il rientro
l'italia sempre uguale, sempre ferma, sempre incazzata
ma anche assolata (roma), con l'acqua corrente, una casa pulita, una lavatrice.
troveremo mai una sintesi?
dovremo sempre scegliere tra "civiltà" fredda disuamna, materialistica o "natura" travolgente, emozionante, ma anche dura e spietata ?
Troveremo mai una via realmente umana?
Un modo di conciliare le risate, la femminilità, la gioia con il cibo, la dignità, la cultura?
Spero di sì, anche se il mio paese non mi fa sperare bene
Resto dell'idea che quando non ci sono malattie, quando c'è un minimo di cibo e acqua e igiene,
la vita di tutti i Burkina del mondo sia più autentica e intensa di tutte le Italia del mondo.

venerdì 14 agosto 2009

La corsa

Strani, inquieti momenti si susseguono in una corsa senza ostacoli
Li guardo, li osservo, li cerco, li esterno.
Mi appartengono?
Chi insegue chi? Quando è cominciata la corsa?
Scruto l'orizzonte, ma non scorgo traguardi.
Forse dovrei smettere di inseguirli. Forse dovrei evitare di ricercarli.
Mi fermo, li vivo, li sento, li anniento. Si dilatano, si restringono,
mi travolgono, mi stupiscono.
Una corsa infinita per giungere all'adesso.
Finalmente sereno, ho terminato la mia corsa.
Trionfante e libero posso vivere il presente

Alba

Lungo il suo pelo, profondo il suo calore.
Uno sguardo, una zampata, e fu subito fusione.
Ricordo ancora il fragore quotidiano dei gioiosi silenzi con cui accoglieva il ritorno
dopo infiniti minuti.
Era sempre festa, sempre gioia, sempre serenità.
Ed eccola lì, pronta per il grande viaggio;
sdraiata, serena, straordinariamente dignitosa.
Nessun lamento, nessuno sguardo triste, nessun segno di sconforto.
La vita sembrava averla tradita, paralizzata, bloccata.
E invece lei l'accoglieva a suo modo. Elegante e festosa.
Fino all'ultimo morbido abbraccio, in un attimo che si faceva eterno
ella rideva per ogni sciocchezza, ma la sua saggezza era grande come i suoi sorrisi.